Storia di vigne e di vini a Barbaresco
A Barbaresco, nelle Langhe del vino, ha sede l’Azienda Agricola Musso con i vigneti e la cantina di produzione.
In questo piccolo paese è nata tanti anni fa, grazie al lavoro di una famiglia storica del luogo, particolarmente legata alla vita del paese fin dal 1698, quando ne fu sindaco Giacomo Filippo Musso, seguito, settanta anni dopo, da un suo discendente, Giuseppe Musso.
In questo borgo dedicato al vino, l’azienda Musso ha sviluppato la sua storia, i cui tratti sono spesso coincisi con eventi più generali che hanno scandito il cammino dell’intera società.
Alcune note storiche
La data di fondazione dell’azienda, il 1929, coincide con uno dei momenti più critici dell’economia italiana e mondiale, l’anno della “grande depressione”, che fece crollare miti e strutture che sembravano invincibili. In quegli anni era problematico anche solo gestire la quotidianità e mettere insieme le risorse per la sopravvivenza.
Eppure, Sebastiano Musso, classe 1906, non si perse d’animo. Anche se era imasto da solo in giovane età per la prematura scomparsa del padre, trovò le forze per reagire e fondare a Barbaresco una piccola azienda vitivinicola.
Di terra non ne aveva molta, tre giornate piemontesi in tutto, due in località Cavanna e una sulla collina dei Ronchi. Era poca, ma poteva bastare per cominciare. Proseguì il mestiere dei padri, la coltivazione delle vigne, ma cominciò anche a vinificare e produrre vino.
Seguirono anni difficili, quelli della seconda guerra mondiale e dell’immediato dopoguerra.
Eppure riuscì a resistere. Facendo vino e vendendolo, superò le difficoltà e le distanze. Anno dopo anno, i mercati si ampliarono. All’inizio degli anni Sessanta capì che ci sarebbero volute altra uva e altre braccia per coltivare e produrre. La luce del progresso cominciava a mostrare i suoi riflessi in lontananza.
Fu proprio negli anni Sessanta che suo figlio Augusto – partito qualche tempo prima per Torino a cercare fortuna nel settore meccanico – ripensò alla sua decisione e capì che valeva la pena tornare. Non fece fatica a lasciare le luci della città: a Barbaresco, c’era una famiglia che lo aspettava, un’azienda e un progetto che guardava al futuro.
Era l’inizio del 1968, l’epoca delle grandi scommesse in agricoltura, soprattutto in viticoltura ed enologia: da poco l’Italia aveva la sua legge sui vini di origine e questo avrebbe dato più certezze a chi produceva e a chi consumava, valorizzando i prodotti e la loro qualità.
Nel 1966, poi, il Barbaresco, il prodotto al quale papà Sebastiano aveva dedicato la vita, era diventato Doc e questo riconoscimento aveva suscitato grande interesse.
Tornando in azienda, Augusto portò l’entusiasmo della gioventù. La struttura aziendale ne trasse giovamento e negli anni seguenti Augusto e Sebastiano ampliarono i vigneti con l’acquisto di un appezzamento sulla collina dei Pora e di un’intera cascina a Rio Sordo.
Oggi, i protagonisti sono ancora gli uomini e le loro generazioni. Non in contrasto tra loro, ma in totale sinergia, valorizzando le migliori capacità di ciascuno.
Innanzitutto, Valter Musso. Quel giovane enotecnico che a metà degli anni ottanta faceva il suo ingresso in azienda oggi, uomo maturo, è il timoniere della struttura produttiva. A lui competono le responsabilità che la vigna e la cantina impongono a un azienda che produce.
Ma non è da solo. Al suo ci sono i giovani: il figlio Emanuele, che lo asseconda nelle attività di mercato e promozione e il nipote Luca Accornero, che con lui si occupa dei vigneti e della loro conduzione.
L’ attualità
All’ingresso di Barbaresco, al n° 5 di Via Domizio Cavazza, l’Azienda Agricola Musso ha tuttora la sua sede. Qui c’è la cantina dove vengono vinificate le uve. Qui i vini maturano per poi andare in bottiglia e affinare. Sempre qui, la bottiglia assume la veste definitiva, l’elegante etichetta che accompagnerà il vino nel cammino sul mercato.
Ogni fase viene condotta in un ambiente dedicato, dove si trovano i contenitori più adeguati all’uso per dare un altro contributo alla qualità del vino: i recipienti di acciaio nei locali di vinificazione, le botti di legno, di varia capacità, negli spazi destinati alla maturazione e la bottiglia per il tempo dell’affinamento.
Anche le vigne, circa 10 ettari in tutto, sono soprattutto sulle colline di Barbaresco: impiantati con le varietà della tradizione territoriale (Nebbiolo, Barbera, Dolcetto e Freisa) e con l’universale Chardonnay, i vigneti dell’Azienda Musso sono localizzati in quattro delle più prestigiose Menzioni Geografiche del paese: Pora, Rio Sordo, Cavanna e Ronchi.
Resta un altro vitigno, l’Arneis, la cui coltivazione è condotta in un paese al di là del fiume Tanaro, nel Roero: a Santo Stefano Roero l’azienda conduce una vigna in collaborazione con un viticoltore della zona.
Protagonista principale dell’intero patrimonio viticolo è il vitigno Nebbiolo con circa il 50% della superficie totale. La restante quota è suddivisa tra le altre cinque varietà.
Il risultato dei lavori in vigna e in cantina sono i vini, 80.000 bottiglie in media all’anno. Il 40% è Barbaresco, un grande rosso di struttura e di lunga resistenza al tempo. Tre sono le tipologie prodotte: una – di assemblaggio – nasce dall’unione di uve di differenti vigneti e due di singola Menzione Geografica: Pora e Rio Sordo.
Accanto al Barbaresco, ci sono altri quattro vini rossi e due bianchi: dal Nebbiolo l’azienda produce anche il Langhe Nebbiolo Doc, un vino più fragrante e adatto a un consumo più precoce.
Poi, sempre tra i rossi, dal Barbera la Barbera d’Alba Doc, dal Dolcetto il Dolcetto d’Alba Doc e dalla Freisa il Langhe Freisa Doc. Infine, i due vini bianchi, il Langhe Chardonnay Doc e il Roero Arneis Docg.
Sono passati più di ottant’anni da quel 1929 quando Sebastiano Musso ha deciso di dare vita a questa azienda. E non sono passati invano. Oggi, la struttura è solida, le vigne hanno una superficie importante, la cantina è attrezzata ed efficiente, il mercato dinamico e internazionale e l’immagine di qualità e prestigio.